La giusta alimentazione per vivere meglio: ne parliamo con la dottoressa Francesca Bergomas

La corretta alimentazione e i giusti cibi possono aiutarci a combattere i principali virus, tra cui anche il Covid-19, supportando al meglio il nostro sistema immunitario? Oggi ne parliamo insieme alla dottoressa Francesca Bergomas, protagonista della terza di quattro interviste a quattro specialisti del centro medico MOME – Monza Medicina nel campo della dietologia clinica, della nutrizione e dell’immunologia.

Leggi la prima intervista con il dottor Paolo Camagna

Leggi la seconda intervista con la dottoressa Elena Rosella

La dottoressa Francesca Bergomas, specialista del centro MOME

La dottoressa Francesca Bergomas è un Biologo nutrizionista, con un dottorato in Immunologia e Immunopatologia, specializzando in Scienze dell’alimentazione presso l’ospedale Policlinico di Milano. Collabora con Monza Medicina, dove si occupa di calo ponderale per sovrappeso e obesità, ma non solo. Ha una passione e un’esperienza particolare per le patologie gastrointestinali e per tutto ciò che riguarda la donna (sindrome dell’ovaio policistico – PCOS, endometriosi, calo ponderale in previsione di PMA, gravidanza e allattamento, menopausa…).

Dottoressa Bergomas, molti in questo periodo si chiedono come una corretta alimentazione può aiutare il nostro sistema immunitario contro i virus e in particolare contro il SarsCov2?

“Tra i fattori che concorrono a determinare e preservare la salute di un organismo sicuramente rientra anche la nostra dieta, con le abitudini alimentari di ciascuno e anche con l’esercizio fisico e altri elementi che costituiscono lo stile di vita di ognuno di noi. L’alimentazione ha un ruolo nella prevenzione e nel controllo di molte patologie, comprese quelle infettive: questo ruolo diventa rilevante se una buona alimentazione è inserita nel contesto di uno stile di vita ‘salutare’. Per fare un esempio concreto: se mangio molta frutta, verdura, pesce azzurro e cereali integrali, ma poi fumo un pacchetto di sigarette al giorno e passo le giornate seduto davanti al computer, chiudendole con qualche bicchierino di superalcolico ogni sera, ecco che l’effetto benefico di ciò che mangio sarà più che sfumato da tutto il contorno”.

In quest’ottica quali alimenti consiglierebbe di consumare maggiormente in questo periodo?

“Non c’è alcuna evidenza scientifica sul fatto che esistano particolari alimenti che, presi per sé soli, aumentino le difese immunitarie, in generale e ancor meno in questo momento. Lo stesso vale per alcune tipologie di dieta (ad esempio la dieta chetogenica o digiuno intermittente), che ultimamente sono state citate come ‘protettive’ nei confronti della Covid-19.  Ciò a cui bisognerebbe dare importanza è il ‘pattern alimentare’ di ognuno di noi, non solo in questo particolare e critico momento storico, ma nella nostra vita di tutti i giorni. Adottare improvvisamente alcune nuove abitudini e per un tempo limitato non ci porterà rapidamente verso una posizione privilegiata di protezione contro le patologie infettive né tanto meno contro quelle cronico-degenerative. Come già detto dai colleghi nelle interviste precedenti, le nostre scelte alimentari dovrebbero puntare ad alimenti legati alla tradizione mediterranea, quella vera, che ultimamente abbiamo abbandonato. Consumare quotidianamente più porzioni di verdura e un paio di porzioni di frutta, cercando di seguirne la stagionalità, cereali di diverso tipo (non solamente derivati del frumento, pasta e riso), frutta oleosa e idratarsi a sufficienza. Aumentare il consumo di legumi come fonte di proteine e il consumo di pesce azzurro. Limitare fortemente il consumo di zucchero e alimenti o bevande contenenti zucchero”.

Quanto ci può aiutare quindi la giusta alimentazione per vivere in salute?

“È ormai noto che l’alimentazione gioca un ruolo importante per la nostra salute. Il messaggio fatica a diffondersi, soprattutto a livello familiare, dove i genitori e i nonni dovrebbero avere più che un occhio di riguardo sui bambini. Delle buone abitudini alimentari sviluppate sin da piccoli e ben consolidate con la crescita ci possono aiutare realmente nella prevenzione di obesità e patologie cronico-degenerative, nonché nel potenziare la salute anche contro attacchi di virus e batteri. Sappiamo, infatti, che il nostro organismo è composto da più cellule batteriche, il cosiddetto microbiota, che cellule umane. Tra microbiota e organismo umano esiste un perfetto e delicato equilibrio che contribuisce al mantenimento dello stato di salute di entrambi. Se il microbiota viene alterato, noi possiamo ammalarci; se noi ci ammaliamo, il microbiota può subire variazioni. Tra tutti i fattori ambientali che influiscono sulla nostra salute e sulla composizione del microbiota c’è proprio l’alimentazione”.

Un tema di cui lei si occupa quotidianamente è quello dell’obesità: cosa può dirci su questa patologia sempre più in crescita?

“Siamo in pieno stato di emergenza per la pandemia causata dal SARS-CoV-2. In parallelo, silenziosa ma non di minore importanza, viaggia una seconda pandemia: l’obesità. Questa patologia sta aumentando gradualmente in tutto il mondo, negli adulti e nei bambini. L’obesità è associata a un aumentato rischio di sviluppare tutte le patologie cronico-degenerative, tra le quali le patologie cardiovascolari, il diabete, patologie respiratorie croniche e i tumori. Inoltre, un paziente con obesità ha una maggior suscettibilità alle infezioni. Questo è legato, in parte, anche ad un sistema immunitario compromesso e a uno stato infiammatorio sempre elevato. Nei pazienti con obesità, il microbiota, di cui parlavamo prima, risulta alterato e alterate ne risultano le funzioni protettive nei confronti dell’organismo”.

Mentre riferendosi sempre al tema Covid-19, un soggetto obeso è più a rischio di sviluppare questa patologia?

“Gli studi pubblicati fino ad oggi descrivono come un’età avanzata e alcune patologie come il diabete, l’ipertensione arteriosa, le patologie cardiovascolari e le patologie respiratorie croniche siano fattori di rischio importanti nello sviluppo di una forma severa di Covid-19. L’obesità, come abbiamo detto prima, è associata ad un aumentato rischio di sviluppare tutte le precedenti e, come si sta dimostrando, anche una forma più severa di Covid-19”.

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