Gli specialisti dell’occhio: ne parliamo con la dottoressa Santini

Oculista e ortottista, due specialisti dell’occhio che collaborano a stretto contatto per il benessere dei pazienti più piccoli e non solo. Ne parliamo, in questo primo appuntamento sul tema, insieme alla dottoressa Anna Santini, ortottista del centro medico Monza Medicina.

La dottoressa Anna Santini

Laureata in ortottica e assistenza oftalmologica all’Università degli Studi di Milano e con tirocinio alla clinica oculistica del Policlinico di Milano, la dottoressa Santini ha lavorato anche alla clinica oculistica universitaria dell’ospedale San Paolo di Milano, maturando anche una consolidata esperienza nell’ambito dell’oftalmologia pediatrica al Centro oculistico infantile di Milano e nell’azienda ospedaliera Istituti clinici di Perfezionamento. Si occupa di diagnosi e trattamento dei disturbi sensoriali infantili e dell’adulto, recupero visivo dell’ampliobia e diagnostica strumentale per l’adulto.

Gli specialisti dell’occhio: oculista e ortottista

Tutti conosciamo la figura dell’oculista, le competenze del medico oftalmologo e quanto sia importante una buona pratica di controlli periodici. Meno conosciuta, invece, è la figura dell’ortottista e quando sia necessario rivolgersi a questo professionista.

“Un esame ortottico serve ad evidenziare disturbi o deficit della motilità oculare, in parole semplici se c’è uno strabismo e se i muscoli deputati ai movimenti oculari sono efficienti – spiega la dottoressa Santini – L’ortottista supporta quindi l’oftalmologo, svolgendo attività di prevenzione nella diagnosi precoce di difetti refrattivi e mancato sviluppo visivo (ambliopia) dell’infanzia. Inoltre imposta e tiene monitorata la terapia antiambliopica e i trattamenti in presenza di strabismo; fornisce all’oculista informazioni sulla motilità e visione binoculare, alle quali lo specialista farà riferimento nella scelta della correzione ottica da prescrivere; monitora i bambini portatori di occhiali in attesa del successivo controllo oculistico e si occupa di problematiche dell’adulto come la visione doppia, disturbi astenopeici legati ad eventuali deficit della convergenza degli occhi. Infine svolge anche esami strumentali su indicazione dello specialista in un percorso di approfondimento diagnostico per patologie quali glaucoma, maculopatie, patologie neurologiche e per tutti i casi di indagini pre-chirurgiche”.

L’importanza dell’occhio nello sviluppo del bambino

L’occhio svolge un ruolo importantissimo nello sviluppo e nel benessere psico-fisico del bambino e per questo la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nei primi anni di vita, considerando anche che lo sviluppo visivo si completa entro i sei anni. “Ci sono alcuni segnali che i genitori possono cogliere in merito ad eventuali disturbi visivi: ad esempio la chiusura di un occhio in certe situazioni, atteggiamenti viziati della testa, disagio nella scrittura o nella lettura per i bambini più grandi e ancora l’ammiccamento degli occhi quando si guarda da lontano. In questi casi, ma in generale, è consigliabile quindi un esame ai tre anni e successivamente entro i 5-6 anni”.

L’esame del bambino

Alla base della prevenzione c’è sempre la stretta collaborazione tra oculista e ortottista. “L’oculista valuterà la presenza o meno di un difetto refrattivo e prescriverà una correzione ottica laddove si renda necessario; mentre l’ortottista indagherà l’eventuale presenza di alterazioni della visione binoculare, ovvero se sono presenti deviazioni degli assi visivi”.

Sarà poi compito dell’ortottista prendere in carico il piccolo paziente. “Si occuperà di verificare lo stato di accettazione degli occhiali, il loro uso corretto, l’effettivo miglioramento visivo e la risoluzione o meno di eventuali anomalie sensoriali – conclude la dottoressa Santini – Una buona pratica è limitare l’utilizzo prolungato di tablet, cellulari e computer perché lo sforzo accomodativo continuo e la posizione di convergenza riflessa possono affaticare l’apparato visivo e sensoriale, provocando alcuni disturbi. Non da ultimo bisogna anche tenere presente che l’illuminazione degli schermi disturba la collaborazione tra i due occhi, svolgendo un’azione di dissociazione della visione binoculare, in particolare nei piccoli pazienti dove esistono già alterazioni degli assi visivi”.

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