Problemi agli occhi per chi lavora davanti a uno schermo: ne parliamo con tre specialisti

Chi lavora parecchie ore davanti a uno schermo è sicuramente soggetto ad un affaticamento degli occhi e della vista. Si tratta di un problema molto comune al giorno d’oggi e che è stato ancora più accentuato con l’incremento del lavoro da casa o cosiddetto smart working. Insieme ad alcuni specialisti del centro medico Monza Medicina abbiamo cercando di rispondere ad alcune delle principali domande legate a questa problematica.

Problemi agli occhi per chi lavora davanti a uno schermo: ne parliamo con i medici Talatin, Tremolada e Modorati

La dottoressa Cristina Talantin si è laureata in medicina nel 1977 e si è specializzata in oculistica nel 1981.Dal 1980 al 1990 è stata assistente in oculistica all’ospedale di Sondrio e poi dal 1990 al 2012 ha lavorato al San Gerardo di Monza. Dal 2012 è una specialista del centro Monza Medicina.

La dottoressa Gemma Tremolada si è laureata all’Università statale di Milano nel 2000 in Medicina e chirurgia e successivamente ha conseguito la specializzazione in Oftalmologia nel 2005 all’Università Vita e Salute dell’Ospedale San Raffaele. Dal 2000 fino al 2012 ha lavorato al San Raffaele e attualmente lavora all’Istituto Auxologico Italiano come oculista, come consulente al Servizio di Neuroftalmologia ed elettrofisiologia oculare e collabora con il nostro centro Monza Medicina.

Il dottor Giulio Modorati si è laureato in medicina all’università degli Studi di Milano nel 1985, ottenendo la specializzazione in oftalmologia nel 1989. Dal 1987 è consulente oftalmologo all’ospedale San Raffaele di Milano, nel 1989 diventa responsabile del Servizio di Oncologia Oculare del San Raffaele, nel 1995 responsabile dell’ambulatorio di Oftalmologia Generale e d’Emergenza sempre al San Raffaele. Nel 1996 è anche assistente ospedaliero e nel 1997 responsabile del servizio di Immunopatologia Oculare. Nel 1998 diventa dirigente ospedaliero di I° livello, mentre dal 2021 ad oggi è dirigente Ospedaliero Senior di I° livello del San Raffaele.

“L’attività prolungata davanti a uno schermo è collegata allo sviluppo di problemi agli occhi”

“L’attività prolungata con dispositivi con schermi è collegata allo sviluppo di problemi che riguardano principalmente gli occhi, l’apparato muscoloscheletrico e disturbi legati allo stress. Per quanto riguarda l’occhio il lavoro al computer o comunque di fronte ad uno schermo porta ad un’importante sollecitazione dell’occhio. Tale sollecitazione può determinare la comparsa di sintomi specifici sintetizzabili in affaticamento e difficoltà alla messa a fuoco. Questi sintomi possono essere di grado più o meno intenso anche in riferimento a possibili patologie oculari preesistenti quali occhio secco, difetti refrattivi (miopia, ipermetropia) spesso mai diagnosticati in precedenza” spiega la dottoressa Gemma Tremolada.

“Esiste sicuramente una sindrome da computer che colpisce in maniera diversa quasi tutte le persone che lo utilizzano per più di sei ore al giorno – aggiunge il dottor Giulio Modorati, oculista del centro Monza Medicina – In genere è l’anamnesi che facciamo al paziente che svela una correlazione tra ore passate al computer e disturbi riferiti. Inoltre in tutti quei pazienti che già hanno una diagnosi di dislacrimia di qualsiasi tipo l’uso del computer non può che peggiorare i sintomi già presenti a riposo”.

In questi soggetti possono peggiorare problematiche già esistenti come la miopia, lo strabismo, l’ipermetropia o simili?

“Può accadere che l’utilizzo del computer accentui patologie preesistenti o faccia emergere patologie latenti: questo è il caso della miopia che viene accentuata dall’abitudine all’applicazione per vicino, per l’insorgenza di una spasmo accomodativo che impedisce all’occhio di focalizzare per lontano – sottolinea la dottoressa Cristina Talatin – Oppure nel caso dell’ipermetropia non corretta, in cui l’applicazione per vicino costringe ad un superlavoro il sistema di messa a fuoco che puo’ andare in contrattura con conseguente annebbiamento intermittente della vista e cefalea. Anche gli strabismi latenti possono scompensarsi per l’affaticamento dei muscoli oculari a mantenere per ore una posizione fissa; in tal caso ecco comparire fenomeni di diplopia”.

Ecco come cercare di prevenire o ridurre questo tipo di problematiche

“Il consiglio è sempre quelli di effettuare una visita dal medico oculista, una volta l’anno, che valuta la necessità di correzioni di difetti visivi anche se minimi con occhiali. Inoltre, oltre a escludere la presenza patologie oculari, durante la visita si seguono test specifici per la lacrimazione (Schirmer, Break up time, colorazione corneale, ecc…) allo scopo di rilevare e correggere eventuali dislacrimie presenti” spiega il dottor Modorati.

Dello stesso parere anche la collega Talatin: “E’ opportuno in molti casi un controllo oculistico per verificare se sia necessaria una correzione ottica di difetti visivi, magari ritenuti trascurabili, ma che nel contesto specifico possono rivelarsi responsabili di astenopia; in particolare l’ipermetropia, la presbiopia iniziale e l’astigmatismo – sottolinea – Per limitare gli effetti dannosi della luce blu, attualmente già schermata nei monitor di ultima generazione, è possibile anche utilizzare lenti filtranti neutre se non vi sono difetti refrattivi oppure incorporare il filtro blu agli eventuali occhiali in uso”.

Infine la dottoressa Tremolada sottolinea anche alcuni piccoli accorgimenti: “Per quanto riguarda l’astenopia i sintomi possono regredire o migliorare applicando opportuni periodi di riposo. A tale riguardo esiste anche una legislazione per i videoterminalisti che prevede periodi di pausa dall’attività di fronte al monitor con durata specifica dopo un certo numero di ore lavorative. Il consiglio comunque è di fare pause e di staccare lo sguardo dal video guardando a distanza, magari osservando ciò che sta fuori dalla finestra per esempio – spiega la specialista del centro Monza Medicina – Esistono poi colliri che possono alleviare il discomfort legato alla sensazione di bruciore o secchezza oculare, spesso legato all’eccessiva evaporazione delle lacrime per scarso ammiccamento quando si lavora di fronte ad un monitor. Anche la distanza degli occhi dal monitor ed una buona illuminazione è un accorgimento da non sottovalutare. Ultimo ma non ultimo è consigliata una visita oculistica accurata, con l’instillazione se necessario di gocce che provocano cicloplegia (che dilatano la pupilla in termini più comprensibili) per determinare l’esistenza di difetti refrattivi da correggere con lenti qualora è necessario”.

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