ENDOSCOPIA DIGESTIVA: DI COSA PARLIAMO E QUANDO SI ESEGUE

Il nostro apparato digerente è un insieme di organi diversi che assolvono funzioni primarie per il nostro organismo. Esso deve introdurre alimenti per poterne assorbire gli elementi nutritivi e, nel contempo, eliminare le scorie. Questo meccanismo, che si ripete più volte al giorno per tutta la vita dell’individuo, può incepparsi in ciascuna delle tappe che il cibo incontra nel suo percorso, dando origine a disturbi di grado diverso: dai semplici fastidi digestivi (digestione lenta, bruciore di stomaco, nausea, intestino pigro) ai sintomi più severi (dolore allo stomaco, difficoltà di deglutizione, dolore addominale). I disturbi del tratto gastro-intestinale costituiscono una delle cause che più comunemente conducono il paziente dal medico e, se spesso si risolvono con una prima linea di terapia, in molti casi necessitano invece di un approfondimento diagnostico, per il quale ci possiamo avvalere di indagini particolari: come ad esempio dell’endoscopia digestiva.

COSA INTENDIAMO QUANDO PARLIAMO DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA?

L’endoscopia digestiva viene eseguita mediante l’introduzione di un tubo flessibile dotato di una micro-videocamera alla sua estremità. L’endoscopio, viene introdotto attraverso la bocca quando si tratta di studiare il tratto digerente superiore (la GASTROSCOPIA) oppure attraverso l’ano se dobbiamo visualizzare il tratto digerente inferiore (la COLONSCOPIA). Le continue innovazioni tecnologiche hanno permesso dei considerevoli passi in avanti nell’utilizzo di queste metodiche, tanto da farle diventare, negli anni, da strumenti di sola diagnosi a strumenti di prevenzione e di vera e propria cura.

QUALI SONO I SINTOMI CHE POSSONO INDICARE LA NECESSITA’ DI UNA ESAME ENDOSCOPICA?

Come detto prima, poiché la gastroscopia serve a visualizzare i tratti superiori del tubo gastro-intestinale (cioè esofago, stomaco e duodeno), essa viene impiegata per diagnosticare la causa di sintomi quali dolore o bruciore allo stomaco, rigurgito di acido, difficoltà ad ingoiare i cibi, ma anche per dare una spiegazione ad una anemia, per svelare un eventuale sanguinamento, o per dimostrare la presenza di intolleranza al glutine (celiachia). Invece la colonscopia, che visualizza l’intestino, serve a comprendere l’origine del dolore addominale, o dell’improvvisa insorgenza di costipazione o a dare una spiegazione ad una diarrea cronica o, anche qui, al verificarsi di un sanguinamento. È inoltre un esame indispensabile per controllare nel tempo alcune malattie croniche dell’intestino, come la rettocolite ulcerosa ed il morbo di Crohn, ed è diffusamente utilizzata in tutti i centri per la prevenzione del tumore del colon-retto.

COME SI SVOLGE L’ESAME DI ENDOSCOPIA DIGESTIVA?

La gastroscopia si effettua a paziente in posizione sdraiata sul fianco sinistro, previo posizionamento tra i denti di un piccolo boccaglio per proteggere il passaggio dello strumento, che viene adeguatamente lubrificato con un apposito gel; questo facilita il graduale scivolamento dell’endoscopio dalla base della lingua nell’esofago, poi nello stomaco e nel duodeno. Dopo avere ispezionato tutti i distretti anatomici, si procede, quando necessario, all’esecuzione dei prelievi bioptici e da ultimo si estrae lo strumento. Tutto ciò occupa un tempo non superiore ai 5-6 minuti ed è per la maggior parte dei casi ben tollerato dai pazienti. Anche per eseguire la colonscopia, la posizione del paziente è sdraiato sul fianco sinistro; il colonscopio lubrificato, viene introdotto attraverso l’orifizio anale e fatto risalire sino al colon destro, distendendo un poco le pareti mediante l’insufflazione di piccole quantità di aria, che poi viene di nuovo aspirata nella fase terminale dell’esame, quando lo strumento viene gradualmente estratto. Il tempo previsto per questo esame è maggiore, sia perché si tratta di un organo lungo, sia perché la risalita richiede che vengano assecondate con delicatezza le curvature naturali dell’intestino. Anche in questo caso, se necessario e secondo il caso clinico, si possono eseguire delle biopsie oppure si può procedere all’asportazione di eventuali polipi.

COME VIENE TOLLERATO DAL PAZIENTE L’ESAME?

La tolleranza ad entrambi gli esami è alta, infatti si potrebbero eseguire entrambi senza alcuna sedazione; tuttavia si suggerisce sia per la gastroscopia che per la colonscopia, la sedazione cosciente, ovvero la somministrazione per via endovenosa di un farmaco del gruppo delle benzodiazepine la cui azione è quella di indurre un rilassamento generalizzato e quindi di ridurre il livello di ansia eventualmente indotto dall’esame. La sedazione profonda invece, che induce una vera e propria anestesia, si ottiene con l’utilizzo di farmaci più impegnativi, che richiedono l’ausilio di un anestesista.

QUALE PREPARAZIONE RICHIEDONO GLI ESAMI ENDOSCOPICI?

Per sottoporsi ad una gastroscopia è sufficiente che il paziente osservi un digiuno di almeno 8 ore questo, come si intuisce, per evitare che residui di alimenti non digeriti impediscano la visione della mucosa dei visceri che si devono analizzare e, altrettanto importante, per evitare una pericolosa aspirazione di tali residui nelle vie aeree del paziente. Per la colonscopia invece è necessario ottenere una pulizia ottimale per ispezionare la mucosa di tutto l’intestino e non rischiare quindi, una diagnosi incompleta o dubbia. In questo caso il digiuno non è sufficiente, ma si rende necessaria una dieta priva di scorie (fibre, cereali, alimenti integrali) nei tre giorni precedenti l’esame associata all’assunzione di liquidi purganti nel giorno precedente.

COSA SUCCEDE SE IL PAZIENTE NON SI ATTIENE A QUESTI SUGGERIMENTI?

La gastroscopia può diventare pericolosa se il Medico incontra dei residui indigeriti nello stomaco o nell’esofago, oltre a non permettere una sicura diagnosi, pertanto in tal caso è giustificata l’interruzione dell’esame stesso che verrà classificato come “non diagnostico”. Anche l’esecuzione della colonscopia può essere interrotta se la presenza di feci è tale da impedire al Medico una sicura visione della mucosa. In entrambi i casi, purtroppo, non c’è altra soluzione che ripetere l’esame seguendo scrupolosamente le indicazioni fornite.

ESISTONO CONTROINDICAZIONI ALL’ESAME ENDOSCOPICO?

Si, esistono controindicazioni soprattutto all’esecuzione della colonscopia, se siamo in presenza per esempio di diverticolite acuta, sospetto di occlusione intestinale o perforazione dell’intestino. Questi casi richiedono solitamente un ricovero e controindicano assolutamente l’introduzione di aria nell’intestino.

ESISTONO ALTERNATIVE VALIDE AGLI ESAMI ENDOSCOPICI?

Spesso i pazienti percepiscono questi esami come molto invasivi e li affrontano con un certo timore, pertanto una domanda frequente è: “devo per forza fare la colonscopia? non c’è un altro esame che la sostituisca?” la risposta è “no”, perché nessun’ altra metodica riesce ad essere nel contempo diagnostica e terapeutica, in quanto, per esempio, la colonTC (la cosiddetta colonscopia virtuale) non riesce ad evidenziare le lesioni inferiori ai 5 mm e, comunque, non permetterebbe l’immediata asportazione delle lesioni visualizzate, come invece può fare la colonscopia tradizionale.

QUALI RACCOMANDAZIONI FINALI POSSIAMO FARE AI PAZIENTI?

Gli esami endoscopici sono un aiuto prezioso per la diagnosi delle patologie del tubo digerente, e sebbene presentino un certo grado di invasività le modalità con le quali vengono eseguiti (in particolare la sedazione), li rendono ben tollerati e di esecuzione relativamente rapida. Nella maggior parte dei casi infatti il paziente non ha quasi ricordo dell’esame. A fronte di un piccolo impegno il paziente ottiene una diagnosi certa, a volte addirittura la cura del suo problema (ad esempio con l’asportazione dei polipi) e, soprattutto, può usufruire di un potente strumento di prevenzione, nei casi di familiarità per patologie tumorali dello stomaco o dell’intestino. Quindi le raccomandazioni sono: fare prevenzione, sottoponendosi ai controlli nei casi dovuti, non sprecare l’occasione di utilizzare al meglio questi strumenti diagnostici e in particolare non sottovalutare le preparazioni suggerite per ciascun esame ed accostarsi con tranquillità e fiducia alla sala endoscopica, in quanto il personale che vi lavora è qualificato, altamente specializzato, di grande esperienza e preparato ad accogliere con empatia la persona che varca quella soglia in cerca di una diagnosi.

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