La prevenzione cardiovascolare con la dottoressa Biasillo

La prevenzione cardiovascolare è fondamentale per ridurre l’impatto e le conseguenze delle malattie cardiovascolari, che ad oggi rappresentano una importante causa di mortalità. Ne parliamo insieme alla dottoressa Gina Biasillo, cardiologa e specialista del centro medico Monza Medicina.

La prevenzione cardiovascolare

Le malattie cardiovascolari rappresentano attualmente la principale causa di mortalità, nonché la prima causa di morte cosiddetta “prematura”: un’alta percentuale (circa 40%) delle morti in soggetti di età inferiore a 75 anni è infatti legato a un evento cardiovascolare come infarto, ictus o rottura di aneurisma aortico. E’ molto importante dunque la prevenzione cardiovascolare, ovvero quella serie di interventi ed indicazioni che hanno lo scopo di ridurre l’impatto delle malattie cardiovascolari e le loro conseguenze in termini di mortalità.

“Distinguiamo innanzitutto tra prevenzione primaria e prevenzione secondaria – spiega la dottoressa Gina Biasillo, specialista del centro Mome – Si parla di prevenzione primaria quando gli interventi precedono l’insorgenza di una determinata malattia; dunque riguarda soprattutto soggetti in apparente buona salute, senza patologie cardiovascolari note. La prevenzione secondaria, invece, comprende i provvedimenti, farmacologici e non farmacologici, che devono essere messi in atto a seguito di un evento clinicamente manifesto per prevenire la progressione della malattia e le sue complicanze; riguarda quindi i soggetti che in passato abbiano già avuto un evento cardiovascolare o siano affetti da cardiopatia”.

La prevenzione cardiovascolare primaria

Nell’ambito della prevenzione cardiovascolare bisogna considerare anzitutto i fattori di rischio cardiovascolare: tra essi annoveriamo l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, l’abitudine al fumo, gli alti livelli di colesterolo plasmatici, la familiarità per malattie cardiovascolari, l’età, la sedentarietà, l’obesità e l’alterazione di alcuni parametri laboratoristici. 

“L’obiettivo della prevenzione cardiovascolare primaria è dunque quello di individuare i fattori di rischio in ogni paziente, stimare il rischio del soggetto di avere un evento cardiovascolare e mettere in atto delle misure volte ad eliminarli o a minimizzare l’impatto sulla salute del soggetto stesso – sottolinea la cardiologa del centro Monza Medicina – Le linee guida elaborate dalla Società Europea di Cardiologia precisano come sia importante che alla prevenzione cardiovascolare primaria si avvicinino pazienti senza storia di malattie cardiovascolari, ma con fattori di rischio già noti, in particolare soggetti fumatori oppure con familiari colpiti da un evento cardiovascolare, specie in età precoce; o ancora soggetti con elevati livelli di colesterolo, con ipertensione arteriosa o diabete mellito. Inoltre è importante che il percorso di prevenzione cardiovascolare venga intrapreso anche da soggetti apparentemente sani di età superiore a 40 anni”.

La visita cardiologica con ECG

Nel corso di una visita cardiologica con ECG è possibile delineare un percorso di prevenzione cardiovascolare che tenga conto delle caratteristiche e delle necessità del singolo soggetto. “Il cardiologo valuta attentamente la storia clinica del soggetto, eventuali patologie concomitanti o già avute in passato, e i suoi fattori di rischio cardiovascolare, con domande mirate e anche attraverso la valutazione di esami ematochimici. Procede poi alla stima del rischio cardiovascolare, avvalendosi di sistemi basati sulle più recenti evidenze scientifiche e che permettono di inquadrare il rischio cardiovascolare del soggetto come basso, alto o molto alto – aggiunge la dottoressa Biasillo – La visita continua con l’esame obiettivo, la misurazione della pressione arteriosa e la registrazione dell’ECG. Se necessario vengono anche indicati esami da eseguire per una migliore valutazione globale del paziente (esami del sangue, ecocardiogramma color Doppler, Doppler dei tronchi sovra-aortici, test da sforzo, Holter pressorio o cardiaco)”.

Al termine della visita vengono fornite al paziente indicazioni sulle misure da mettere in atto per ridurre il rischio cardiovascolare, proprio nell’ottica della prevenzione. “Si tratta di indicazioni circa lo stile di vita (alimentazione, esercizio fisico, astensione dal fumo, ad esempio), se necessario indicazioni che riguardano l’inizio di terapie farmacologiche e infine sulle tempistiche dei controlli successivi“.

La prevenzione cardiovascolare secondaria

Della prevenzione cardiovascolare secondaria, invece, fanno parte le visite periodiche che svolge il soggetto che già in passato abbia avuto un evento cardiovascolare. “La visita cardiologica completa di ECG ed eventualmente ecocardiogramma color Doppler, effettuata con cadenza periodica, permette di monitorare lo stato della malattia e prevenire l’aggravamento o le complicanze – conclude la specialista del centro Mome – Nel corso della visita il cardiologo raccoglie le informazioni relative all’evento di cui è stato oggetto il paziente, esamina la documentazione clinica e gli esami, raccoglie informazioni circa eventuali sintomi presenti; procede quindi all’esame obiettivo, alla misurazione della pressione arteriosa e all’effettuazione degli esami strumentali. Infine fornisce indicazioni in merito alla terapia, allo stile di vita, ad eventuali esami da eseguire e alla tempistica dei controlli futuri”.

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