Iperidrosi, l’eccessiva produzione di sudore che crea problemi nella vita di tutti i giorni

Un’eccessiva produzione di sudore può influenzare negativamente numerosi aspetti della vita: dall’interazione con altre persone, alle difficoltà nella gestione di operazioni di precisione da effettuare con le mani come per musicisti o gli artigiani fino anche al semplicemente utilizzo dei guanti. Stiamo parlando dell’iperidrosi che è un disturbo molto più frequente di quanto si possa immaginare: ne parliamo insieme al dottor Giovanni Cannaviello, specialista del centro medico Monza Medicina e medico dell’unità operativa di Riabilitazione di Villa Beretta a Costa Masnaga (presidio riabilitativo dell’ospedale Valduce di Como).

Come si manifesta l’iperidrosi

“L’iperidrosi si può manifestare in seguito ad un danno del sistema nervoso centrale così come la spasticità di un muscolo ed è frequentemente localizzata nelle aree dove sono maggiormente presenti le ghiandole eccrine responsabili della liberazione della produzione e della liberazione del sudore ovvero nel palmo della mano, nell’area plantare del piede e nel cavo ascellare – spiega il dottor Giovanni Cannaviello, specialista del centro Monza Medicina – Esiste un vero e proprio apparato ‘sudomotore’ nel sistema nervoso, la cosiddetta via nervosa del sudore, che parte dalla corteccia cerebrale ed arriva alle ghiandole passando dall’ipotalamo, dal midollo, dal corno laterale del midollo al ganglio simpatico e da qui alle ghiandole sudoripare. Il fisiologico funzionamento delle ghiandole sudoripare palmari e plantari è legato ad una attivazione prevalentemente da stimoli emozionali, in cui dalla corteccia frontale e pre-motoria, attraverso l’ipotalamo, partono gli stimoli sudoripari; le aree che controllano la sudorazione lungo questa via nervosa sono apparentemente slegate dalle aree della termoregolazione, tanto è vero che per diagnosticare una vera iperidrosi, questa non deve essere presente durante il sonno, quando le emozioni non influenzano la sudorazione”.

“Questo disturbo autonomico legato ad un ipertono della via sudomotoria può essere ampiamente debilitante, portando ad isolamento sociale così come ad una disabilità occupazionale, fisica e psicologica” aggiunge Cannaviello.

Scialorrea: l’eccessiva produzione di saliva

“Allo stesso modo, la scialorrea, ovvero l’eccessiva produzione di saliva da parte delle ghiandole salivari può manifestarsi in casi di disturbi neurologici conseguenti a danni traumatici del sistema nervoso centrale, nel caso di paralisi labio-glosso-faringea in esiti di ictus, così come in patologie neurodegenerative, come il morbo di Parkinson, ed è dovuta ad una iperattività delle vie autonomiche che liberano acetilcolina a livello delle ghiandole salivari – continua lo specialista del centro Mome – Fisiologicamente, la produzione di saliva viene mantenuta in modo costante dalle ghiandole sottomandibolari e sublinguali per evitare che la bocca vada incontro a secchezza, evenienza che aumenterebbe il rischio di infezioni e causerebbe difficoltà nell’eloquio; in momenti in cui la produzione di saliva deve aumentare, ovvero durante la masticazione del cibo, la parotide riesce ad incrementare la propria produzione per permettere al bolo alimentare di procedere lungo la via digestiva. Normalmente la produzione di saliva è di circa 1-1,5 litri al giorno. In seguito ad una iperstimolazione acetilcolinica derivante dal danno al sistema nervoso centrale questa quantità può raddoppiare o triplicare, ed in pazienti in cui la deglutizione è deficitaria questo problema diventa ancora più evidente”.

Come combattere queste due patologie

Nell’iperidrosi e nella scialorrea la terapia è esclusivamente farmacologica. “Prevede la somministrazione di farmaci per via sistemica, come farmaci anticolinergici tipo scopolamina e glicopirrolato, che però è gravata da numerosi effetti collaterali, e farmaci per via topica, come la tossina botulinica, che va selettivamente a bloccare la liberazione di acetilcolina da parte del terminale sinaptico. Una scialorrea non responsiva ai trattamenti farmacologici può essere trattata in via definitiva con l’intervento chirurgico di resezione delle vie nervose che portano alle ghiandole salivari – conclude il dottor Cannaviello – La tossina botulinica, gold standard nel trattamento di queste patologie, correttamente infiltrata dopo un attento esame clinico, risolve l’ostacolo funzionale e restituisce al paziente una mano asciutta per afferrare con sicurezza o semplicemente lo toglie dall’imbarazzo di dover cambiare gli indumenti dopo qualche ora”.

 

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